Ucciso per tradimento: condanna al palo e complici di nicola schiavone

Il sistema giudiziario italiano ha preso una decisione significativa riguardo all’omicidio di Crescenzo Laiso, noto esponente del clan dei Casalesi, assassinato a Villa di Briano nell’aprile del 2010. La Corte di Cassazione ha confermato le condanne emesse dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli nei confronti degli imputati.
condanne confermate per i responsabili
Le pene inflitte a Maurizio Zammariello e Bernardo Ciervo sono state confermate. Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio, ricettazione e possesso illegale di armi, con l’aggravante del metodo mafioso. Zammariello è stato condannato a dieci anni di reclusione per il suo ruolo di specchiettista dei killer, mentre Ciervo ha ricevuto una pena di tre anni per aver fornito le moto utilizzate durante l’agguato.
dettagli sull’agguato mortale
Crescenzo Laiso, fratello del pentito Salvatore Laiso, fu ucciso mentre si trovava in auto. I suoi assassini lo colpirono con tredici proiettili sparati da un motociclista. Le indagini iniziali suggerirono che l’omicidio fosse legato a una faida interna al clan, poiché Laiso era accusato di aver sottratto fondi dalle estorsioni gestite dal gruppo criminale.
motivazioni dietro l’omicidio
L’accusa principale contro Laiso riguardava la sua presunta appropriazione indebita delle somme destinate alle attività illecite del clan. Questa azione avrebbe scatenato la reazione violenta orchestrata da Nicola Schiavone, evidenziando le tensioni interne tra i membri del clan dei Casalesi.
- Maurizio Zammariello – Condannato a 10 anni
- Bernardo Ciervo – Condannato a 3 anni
- Crescenzo Laiso – Vittima dell’omicidio
- Salvatore Laiso – Fratello pentito
- Nicolà Schiavone – Presunto mandante dell’omicidio