Società di vigilanza privata e il coinvolgimento del cognato di Bidognetti: due condanne sorprendenticontinent

condanna per trasferimento fraudolento di beni a napoli
La Settima Sezione Penale del Tribunale di Napoli ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di quattro individui accusati di trasferimento fraudolento di beni. Le pene inflitte ammontano a 2 anni e 6 mesi di reclusione per ciascuno degli imputati.
identità dei condannati
I soggetti coinvolti nella vicenda sono:
- Enrico Verso (61 anni, Parete), cognato dell’esponente del clan dei Casalesi Raffaele Bidognetti e attualmente collaboratore di giustizia;
- Antonio D’Abbronzo (52 anni, Villaricca);
- Carlo Verdone (65 anni, Roma);
- Alessandro Barbieri (75 anni, Carrara).
dettagli del caso giudiziario
L’accusa ha dimostrato che nel 2016, Carlo Verdone avrebbe stipulato un contratto fittizio per l’affitto di un ramo d’azienda tra la società I Pretoriani e la Roma Security. L’intento era quello di eludere le misure patrimoniali nei confronti di Enrico Verso, sospettato di avere legami con il clan dei Casalesi. Alessandro Barbieri è stato identificato come amministratore unico della società I Pretoriani.
Il Tribunale ha escluso l’aggravante mafiosa, ritenendo che il reato non fosse riconducibile alla cosca Bidognetti. Inizialmente, l’indagine aveva contemplato accuse di corruzione per alcuni imputati, successivamente modificate in traffico di influenze illecite, ma quest’ultima accusa è stata dichiarata prescritta.
sviluppi precedenti e altre accuse
Nell’anno precedente, Enrico Verso era stato l’unico condannato in un processo gemello con una pena inferiore rispetto a quella richiesta dalla procura. In merito all’accusa di corruzione, Giorgio Pietrelli, archivista presso la Prefettura di Napoli, aveva promesso assunzioni familiari in cambio della sollecitazione per ottenere l’autorizzazione alla vigilanza armata da parte della Roma Security. Poiché è stata esclusa l’aggravante mafiosa, i giudici non si sono espressi su questa parte del caso.
L’ultimo degli imputati, Antonio Ricci, è stato assolto dall’accusa relativa alla rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio. Inoltre, il Tribunale ha disposto la confisca delle quote della società I Pretoriani che erano già state sequestrate.