Morte di roberto fusciello: retroscena dell’indagine sull’omicidio

udienza al tribunale di santa maria capua vetere
Presso la Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, si è svolta una nuova udienza riguardante il caso di Gianluca Sangiorgio, 46 anni, originario di Cellole. L’accusa mossa nei suoi confronti è quella di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi, in relazione alla morte di Roberto Fusciello.
dettagli dell’aggressione
L’incidente mortale si è verificato il 14 gennaio 2024, in Corso Freda, nei pressi di una sala scommesse. Durante una lite, Sangiorgio ha colpito Fusciello con una violenta testata al volto. Il maresciallo capo Fabio Colameo, del nucleo investigativo della compagnia dei Carabinieri di Sessa Aurunca, ha fornito dettagli sull’intervento avvenuto sul luogo dell’aggressione.
ricostruzione dei fatti
Colameo ha riferito che intorno alle 17:30 ricevettero una chiamata per un intervento a Cellole e trovarono Fusciello a terra. Sono stati acquisiti filmati delle telecamere interne ed esterne della sala scommesse e quelle di un vicino tabacchi per ricostruire quanto accaduto.
Sangiorgio aveva inizialmente giustificato il suo gesto affermando che Fusciello avesse rivolto pesanti apprezzamenti verso sua figlia. Tale versione è stata smentita dall’analisi degli audio registrati, nei quali non vi sono tracce di frasi offensive o commenti sessuali.
- Emiliano Giannattasio, vice brigadiere che ha confermato la dinamica dell’aggressione.
- Vincenzo Sangiorgio, fratello dell’imputato.
- Ex compagna di Gianluca Sangiorgio.
- Figlia dell’imputato.
- Aventori della sala scommesse presenti durante l’incidente.
Dopo l’aggressione, mentre Fusciello era a terra privo di sensi, Sangiorgio continuava a inveire contro la vittima con frasi minacciose come “figlio di puttana, io ti uccido”, mentre il fratello cercava invano di trattenerlo. È emerso anche che entrambi avevano consumato superalcolici prima del litigio.