Marevivo e il mondo dello spettacolo uniti per salvare la Gaiola

La difesa dell’Area Marina Protetta della Gaiola ha attirato l’attenzione di diverse figure del mondo dello spettacolo, della cultura e dell’informazione, a fronte di un progetto controverso di “riqualificazione ambientale” che potrebbe compromettere gravemente questo ecosistema marino. Le preoccupazioni sono elevate poiché il piano prevede l’immissione di liquami e acque reflue nel mare.
l’allerta da Marevivo
L’organizzazione Marevivo ha lanciato un allarme attraverso il video denuncia “Non è bastato!”, evidenziando una situazione che minaccia uno dei tesori naturalistici del Golfo di Napoli. Nel filmato, diversi volti noti si uniscono per ribadire con determinazione lo slogan “Non è bastato!”, mettendo in luce il paradosso di una lotta che sembra destinata a fallire nonostante anni di impegno.
la storia dell’area marina protetta
L’istituzione dell’Area Marina Protetta della Gaiola, avvenuta nel 2002 dopo lunghe battaglie, aveva come obiettivo la salvaguardia di uno dei tratti costieri più preziosi d’Italia. Il recente piano di risanamento per Bagnoli, approvato dal Ministero dell’Ambiente, prevede misure drastiche come il raddoppio del collettore fognario e nuovi scarichi nei fondali di Gaiola e Nisida. Questi interventi sono considerati dagli esperti come potenzialmente disastrosi per l’ecosistema marino.
dichiarazioni significative
“La Gaiola rappresenta un cortocircuito tra teoria e pratica” – afferma Rosalba Giugni, presidente di Marevivo – “Da un lato c’è un forte impegno per proteggere il patrimonio naturale, dall’altro prevalgono interessi a breve termine che favoriscono la distruzione.”
una mobilitazione collettiva contro il progetto
Nella campagna video, le personalità coinvolte esprimono i motivi per cui questa decisione appare irrazionale: “Non sono bastati 35 anni di battaglie per proteggere la Gaiola. Non sono bastate le leggi europee sulla biodiversità. Non è stata sufficiente neppure la nostra Costituzione.”
il ricorso al TAR Campania e la protesta crescente
Marevivo, insieme al direttore dell’AMP Gaiola Maurizio Simeone, al coordinamento tutela “Chi tene o’ mare”, a Greenpeace Italia e a una squadra legale, ha già presentato un ricorso al TAR Campania per fermare il progetto. La protesta continua ad espandersi: attualmente coinvolge 16 associazioni ambientaliste , migliaia di cittadini e oltre 30.000 firme . L’appello degli organizzatori è chiaro: “Basta fogne nel mare di Napoli!”
- Marevivo
- Rosalba Giugni (presidente)
- Maurizio Simeone (direttore AMP Gaiola)
- Greenpeace Italia
- Chi tene o’ mare (coordinamento tutela)
- Alessandro Cecchi Paone
- Luisa Ranieri
- Giusy Buscemi
- Marisa Laurito
- Valerio Rossi Albertini
- Patrizio Rispo
- Licia Colò