La Sonrisa salva fino a giugno: il Tar interviene su Sant’Antonio Abate

Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta della famiglia Polese in attesa della decisione finale
Un importante sviluppo giuridico ha colpito il caso della Sonrisa, portando una momentanea ασφαλεια alla famiglia Polese. Il Consiglio di Stato ha deciso di dare seguito al ricorso presentato dai legali della famiglia, permettendo così alla struttura di rimanere attiva almeno fino al verdetto definitivo del Tar. Questa pronuncia sospende l’ultimatum precedentemente imposto dal Tribunale Amministrativo Regionale, che solo poche settimane fa aveva concesso un breve termine di proroga di 30 giorni prima della chiusura definitiva.
Origine della controversia
La vicenda deriva da un’ordinanza emessa dal comune di Sant’Antonio Abate, che aveva disposto la revoca delle licenze commerciali. La famiglia Polese ha quindi scelto di contestare questa decisione tramite un ricorso amministrativo, mettendo in discussione la legittimità del provvedimento e chiedendo una revisione della situazione.
Decisione del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato, considerando la complessità del caso e l’importanza di un pronunciamento definitivo, ha stabilito che fino alla sentenza del Tar, prevista per il mese di giugno, non potrà essere applicato alcun provvedimento di revoca delle licenze. Questo significa che l’attività potrà continuare senza interruzioni immediate.
Implicazioni future
Questa sentenza rappresenta un momento cruciale per la famiglia Polese, che ora può allontanare temporaneamente il rischio di chiusura e continuare ad ospitare la propria clientela, garantendo il normale svolgimento della propria attività. La lotta legale ha sollevato notevole interesse, sia per il ruolo fondamentale della struttura nel settore dell’ospitalità e degli eventi, sia per le possibili conseguenze amministrative che potrebbero derivarne in altri casi simili.
Conclusioni
La decisione finale del Tar sarà fondamentale per determinare il futuro della Sonrisa e chiarire la legittimità dell’azione comunale in un contesto in cui gli equilibri tra pubblica amministrazione e iniziativa privata risultano particolarmente delicati.