Imprenditore arrestato per legami con il clan bidognetti e affari nelle aste immobiliari

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La situazione imprenditoriale a Castel Volturno è caratterizzata da dinamiche complesse e problematiche legate alla criminalità organizzata. Recenti sviluppi hanno visto emergere la figura di Antonio Fusco, un imprenditore napoletano attivo nel territorio, il quale è stato coinvolto in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli.

antonio fusco e le indagini della dda

Antonio Fusco, originario di Napoli ma residente a Castel Volturno, è accusato di aver partecipato all’acquisto di immobili all’asta giudiziaria a prezzi stracciati. Questo sarebbe avvenuto grazie al supporto del clan dei Casalesi, in particolare della fazione Bidognetti, che avrebbe intimidito gli altri offerenti per favorire l’imprenditore.

progetto ristorativo legato al clan

In aggiunta alle accuse riguardanti gli acquisti immobiliari, Fusco sarebbe implicato nella realizzazione di un ristorante appartenente a una nota catena di fast food su un terreno confiscato a un altro imprenditore collegato al clan. Questa attività commerciale rappresenta un ulteriore elemento di interesse nell’ambito dell’inchiesta.

arresti e coinvolgimenti nel clan bidognetti

L’inchiesta ha portato all’arresto di diverse figure significative legate al clan Bidognetti:

  • Nicola Gargiulo, 58 anni, noto come Capitone di Lusciano;
  • Nicola Pezzella, 62 anni, soprannominato Palummiello;
  • Hermal Hasanai, 41 anni;
  • Umberto Meli, 32 anni.

l’attività commerciale di antonio fusco

L’attività principale condotta da Antonio Fusco riguarda il negozio “Arredamenti Lupin”, con due sedi situate in via Siracusa e nella storica via Domiziana a Castel Volturno. Qui vengono offerti prodotti per la casa e arredamenti per negozi e altre attività commerciali.

sorpresa tra i cittadini per l’arresto

L’arresto di Fusco ha suscitato stupore tra i cittadini locali, poiché non risultano precedenti penali significativi a suo carico. È importante sottolineare che si tratta ancora di ipotesi accusatorie; l’imprenditore rimane innocente fino a prova contraria.

Scritto da Giancarlo Umberti