Corruzione a caserta: don antonello giannotti conferma l’imprenditore nunziante per il cantiere del teatro izzo

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alla gestione dei fondi nella Diocesi di Caserta

La questione della gestione economica all’interno delle chiese, in particolare nella Diocesi di Caserta, solleva interrogativi riguardo l’uso dei fondi e il loro impiego per lavori di ristrutturazione. La situazione attuale è legata a un importante progetto di riammodernamento del Teatro Izzo, che ha attirato l’attenzione per la somma considerevole coinvolta e le personalità implicate.

gestione dei fondi ecclesiastici

Non è chiaro se i finanziamenti provengano dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero o direttamente dalle donazioni dei fedeli. Il risultato finale rimane invariato: la figura centrale è quella di don Antonello Giannotti, che ricopre un ruolo significativo sia nella comunità religiosa che nel capoluogo.

ruolo dell’istituto di sostentamento del clero

L’Istituto rappresenta l’entità economica operativa della Diocesi, guidata da Don Pietro Lagnese. Il controllo delle risorse finanziarie è nelle mani di don Giannotti, il quale gestisce i progetti in corso.

lavori al teatro izzo

I lavori di ristrutturazione del Teatro Izzo hanno avuto inizio il 13 gennaio e sono stati affidati alla società Gesim. Questo intervento prevede una spesa significativa, stimata intorno a un milione di euro.

sospetti sulla società esecutrice

La Gesim non è estranea alle polemiche; essa è stata coinvolta in un’inchiesta su presunti casi di corruzione nel comune di Caserta. Tra gli indagati figurano nomi noti come Massimiliano Marzo, Franco Biondi, Gianni Natale, Emiliano Casale e Raffaele Nunziante.

  • Massimiliano Marzo
  • Franco Biondi
  • Gianni Natale
  • Emiliano Casale
  • Raffaele Nunziante (titolare della Gesim)

difficoltà legali e fiducia nell’imprenditore

Sebbene Raffaele Nunziante stia affrontando accuse gravi relative a corruzione, egli continua a lavorare con la Diocesi. Don Giannotti sembra riporre fiducia nell’imprenditore nonostante le controversie legali in corso.

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Nell’estate scorsa, la Gesim era già stata scelta per lavori urgenti presso l’ex Macrico. Inoltre, si sospetta che abbiano operato anche su altri cantieri parrocchiali.

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I fondi utilizzati non provengono da risorse pubbliche ma sono frutto delle donazioni dei fedeli. Rimane da chiedersi se fosse opportuno procedere con tali investimenti senza attendere la conclusione dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge uno degli imprenditori più influenti nel settore.

Scritto da Giancarlo Umberti