Camorra, 200 anni di carcere per il clan amato-pagano

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Il traffico di stupefacenti in Italia, e in particolare a Napoli, sta vivendo un momento cruciale. Recenti operazioni delle forze dell’ordine hanno portato alla luce l’attività del clan Amato-Pagano, noto per il suo ruolo nel mercato della droga. Il processo di primo grado ha preso avvio dopo un blitz effettuato dai Carabinieri, rivelando dettagli inquietanti riguardo al narcotraffico proveniente dalla Spagna.

Richieste di condanna

Durante le udienze, il pubblico ministero della DDA, Luigi Visone, ha avanzato richieste per 31 condanne, che complessivamente superano i due secoli di carcere. Le pene più severe sono destinate ai presunti leader del clan, con richieste vicine ai 20 anni di reclusione.

Nomi noti coinvolti

Tra gli imputati spiccano alcuni nomi significativi:

  • Enrico Bocchetti, Emanuele Cicalese, Francesco Fiengo, Salvatore Mari e Domenico Guerra: 18 anni (alcuni con 4 mesi aggiuntivi).
  • Massimo D’Onofrio, Antonio Marrone, Raffaele Marrone e Salvatore Sansone: 16 anni.
  • Luigi Ascione, Raffaele Maisto, Vincenzo Mangiapili, Carlo Troncone e Arturo Vastarelli: 14 anni.

Le sanzioni per gli altri coinvolti variano tra i 6 e i 12 anni, con alcuni membri minori che rischiano pene più leggere intorno ai 6-8 anni.

Inchiesta e retroscena

Il procedimento legale si svolge secondo il rito abbreviato, riprendendo a inizio estate per le arringhe difensive. L’indagine ha portato all’arresto di 33 persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e favoreggiamento del clan attivo nelle aree di Scampia, Melito e Mugnano, con una base logistica a Gricignano d’Aversa.

Traffico internazionale

L’operazione ha rivelato l’esistenza di due gruppi distinti impegnati nel narcotraffico. Entrambi utilizzano lo stesso canale d’approvvigionamento dalla Spagna. È emerso anche un sistema centralizzato per fornire assistenza legale agli arrestati e un meccanismo di riciclaggio gestito da complici cinesi che trattenevano una commissione del 2,4% sulle somme movimentate.

A questo punto la decisione finale spetta alla Corte: si attende che a giugno vengano confermate o meno le richieste formulate dal pm.

Scritto da Giancarlo Umberti