Boss dei Capelloni, Giuseppe Buonerba scarcerato dopo 22 anni di carcere

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La recente liberazione di Giuseppe Buonerba, noto come storico reggente del gruppo malavitoso dei “capelloni” di Forcella, segna un importante sviluppo nel panorama della criminalità organizzata napoletana. Dopo un lungo periodo trascorso tra carcere e detenzione domiciliare, la Corte di Assise di Appello di Napoli ha dichiarato cessata la sua pericolosità sociale, autorizzando così il suo rilascio.

la decisione della corte

La sentenza che ha portato alla liberazione di Buonerba è stata possibile grazie all’operato degli avvocati Fabrizio de Maio e Mauro Zollo, i quali hanno ottenuto una significativa riduzione della pena, pari a undici anni. Inoltre, è stata revocata la misura restrittiva della casa di lavoro nelle ultime ore.

il contesto criminale

Buonerba rappresenta una figura centrale nel crimine organizzato a Napoli. Il suo sodalizio aveva come base operativa via Oronzo Costa, tristemente nota come “la strada della morte”, a causa degli scontri violenti che vi si sono verificati. La sua storia è intrinsecamente legata alla faida tra i “capelloni” e il clan Sibillo, culminata in eventi drammatici.

gli omicidi significativi

Due episodi cruciali nella carriera criminale di Buonerba sono stati gli omicidi del baby boss Emanuele Sibillo, capo della “paranza dei bimbi”, avvenuto il 2 luglio 2015, e quello di Salvatore D’Alpino, ras di piazza Mercato, assassinato dal gruppo Buonerba il 31 luglio dello stesso anno.

la posizione legale della moglie

La moglie di Buonerba, Emilia Sibillo, è stata condannata in primo grado a trent’anni per il suo coinvolgimento nell’omicidio di D’Alpino. La Corte ha successivamente escluso l’accusa di premeditazione, riducendo la pena a vent’anni dopo aver considerato le evidenze presentate dai difensori riguardo alla tempistica dell’evento criminoso.

conseguenze della scarcerazione

Il rilascio di Giuseppe Buonerba apre un nuovo capitolo nella storia giudiziaria partenopea. Questa decisione solleva interrogativi sulle possibili ripercussioni del suo ritorno in libertà e sulla sicurezza pubblica. La valutazione da parte della Corte sulla cessata pericolosità sociale rappresenta un punto cruciale ma riaccende anche l’attenzione su un passato ancora presente nella memoria collettiva della città.

  • Giuseppe Buonerba
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  • Salvatore D’Alpino
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  • Mauro Zollo
  • Emilia Sibillo
Scritto da Giancarlo Umberti