Latte bufalino false etichette: imprenditrice sotto processo per truffa

Il processo a carico di Maria Ristaldo, sessantenne di San Tammaro e proprietaria di un’importante azienda zootecnica, continua presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La Ristaldo è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni di un caseificio locale.
dettagli del procedimento giudiziario
Durante l’ultima udienza, si sono susseguite le testimonianze degli ufficiali dei NAS, i quali hanno confermato le evidenze emerse nelle indagini precedenti. I militari hanno fornito una dettagliata ricostruzione dei sopralluoghi effettuati presso l’azienda della Ristaldo, accusata di aver commercializzato latte vaccino spacciato per latte di bufala, in violazione del contratto stipulato con il caseificio situato nel centro di Santa Maria Capua Vetere.
la natura della truffa
Dai riscontri emersi in aula, la frode avrebbe comportato la vendita ripetuta di prodotti non conformi, utilizzati dal caseificio per la produzione di mozzarella senza che quest’ultimo fosse a conoscenza della reale composizione del latte ricevuto.
prova documentale e danno economico
I Carabinieri hanno presentato fatture ritenute fondamentali per quantificare il danno economico subito dal caseificio. Questo “ingiusto profitto”, come indicato nell’accusa, corrisponde al valore commerciale del latte inferiore rispetto agli standard dichiarati.
parte civile e difesa
Nell’ambito del procedimento, gli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo si sono costituiti parte civile. La difesa dell’imputata è rappresentata dall’avvocato Vincenzo D’Angelo. Per la prossima udienza è previsto l’interrogatorio della Ristaldo, seguito dall’esame dei testimoni e dei consulenti tecnici da parte della difesa.
squarci su un quadro più ampio
A fare da sfondo a questo caso legale vi è una situazione ancora più preoccupante. Recentemente, le autorità hanno sequestrato migliaia di quintali di prodotto destinato alla trasformazione casearia in varie aziende nella provincia di Caserta. Secondo le indagini, tali materiali sarebbero stati utilizzati da alcune delle aziende lattiero-casearie più rinomate della zona.
impatto sull’agroalimentare casertano
L’operazione ha avuto un valore complessivo stimato in oltre 200 milioni di euro e ha messo in luce gravi violazioni delle normative italiane ed europee riguardanti la tracciabilità e l’impiego di latte concentrato. Tra queste irregolarità spicca l’assenza del registro elettronico obbligatorio.
Questa situazione rappresenta un duro colpo per l’immagine del settore agroalimentare casertano, tradizionalmente considerato uno dei punti fermi del Made in Italy, ora costretto a confrontarsi con problematiche legate a frodi e irregolarità.
- Maria Ristaldo – imputata
- Gaetano Crisileo – avvocato parte civile
- Raffaele Crisileo – avvocato parte civile
- Vincenzo D’Angelo – avvocato difesa
- Ufficiali dei NAS – testimoni chiave
- Carabinieri – forze dell’ordine coinvolte nel caso