Resti di un mulino del ‘700 a castellammare: un tesoro culturale da scoprire

archeoclub: scoperta di un antico mulino a castellammare di stabia
I recenti scavi nei pressi del Palazzo Reale di Quisisana, a Castellammare di Stabia, hanno portato alla luce i resti di un antico mulino. La notizia è stata diffusa da Vincenzo Esposito, presidente dell’Archeoclub d’Italia della città. Secondo quanto riportato, grazie all’analisi di una mappa risalente al 1790, è stato possibile identificare questo mulino come uno dei più antichi tra quelli presenti nella zona.
caratteristiche del mulino e significato storico
Le due arcate rinvenute presentano forme diverse, suggerendo che il mulino esistesse già prima della data del 1790. Si è appurato che il primo mulino era alimentato da un acquedotto storico databile al 1318, concesso dal re Roberto d’Angiò al monastero di San Bartolomeo Apostolo. Questa scoperta non solo arricchisce il patrimonio storico locale ma offre anche nuovi spunti per lo studio delle infrastrutture idriche dell’epoca.
rilevanza delle testimonianze storiche
Massimo Santaniello, socio fondatore dell’Archeoclub d’Italia, ha evidenziato l’importanza di questa scoperta nel ricostruire il percorso del primo acquedotto che riforniva il Palazzo Reale. Inoltre, si fa riferimento a Boccaccio nella sesta novella del Decameron, dove si menzionano peschiere che richiedevano acqua corrente. Le evidenze raccolte permettono di ipotizzare una datazione dell’acquedotto anteriore all’era angioina e collocano la costruzione del mulino nel periodo alto medievale.
- Vincenzo Esposito – Presidente Archeoclub d’Italia
- Massimo Santaniello – Socio fondatore Archeoclub d’Italia
- Roberto d’Angiò – Re del Regno di Napoli
- Boccaccio – Autore della letteratura italiana