Salerno: Primo Bambino Nato grazie alla PMA al Ruggi, una Nuova Speranza per le Famiglie

Recentemente, il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (P.M.A) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, situato a Salerno, ha registrato un notevole traguardo: la nascita del primo neonato concepito attraverso la fecondazione assistita. Questa importante realizzazione, avvenuta un anno dopo l’attivazione della struttura, ha suscitato orgoglio tra la Direzione Strategica dell’ospedale, impegnata nel potenziamento della maternità e nel supporto al percorso nascita.

attività del Centro P.M.A

Il Centro P.M.A, che opera come struttura pubblica, offre strumenti avanzati e apparecchiature altamente specializzate, ed è gestito da un team professionale esperto. Le coppie che presentano diagnosi di sterilità o incontrano difficoltà nel concepimento possono accedere a questi servizi, come dimostrato dai genitori del primo bambino nato grazie a queste tecniche.

dettagli della procedura di fecondazione

La nascita è il risultato di una procedura di fecondazione in vitro omologa di secondo livello, nota come IntraCytoplasmic Sperm Injection (ICSI). Questa tecnica prevede l’uso dei gameti della coppia, con un prelievo degli ovociti seguito dalla fecondazione artificiale e dal successivo trasferimento degli embrioni nell’utero della madre.

L’ICSI è attualmente la tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita più diffusa per affrontare problemi di fertilità di origine maschile, specialmente quelli legati alla motilità degli spermatozoi. Essa consiste nell’iniettare un singolo spermatozoo direttamente all’interno di un ovocita, il quale, una volta fecondato, diventa uno zigote.

il primo neonato e congratulazioni ufficiali

Il primo neonato nato presso il Centro P.M.A di Salerno è una bambina di 3,450 kg, venuta al mondo mediante un parto spontaneo alla 39esima settimana. La Direzione Strategica dell’ospedale porge i propri più sinceri auguri ai genitori di questa significativa nascita.

Scritto da Giancarlo Umberti