Mina Settembre 3: cosa aspettarsi dalla sesta e ultima puntata del 16 febbraio 2025

Il 16 febbraio 2025, la RAI trasmetterà su Rai 1 l’ultimo episodio della terza stagione della serie TV “Mina Settembre”. La protagonista, incarnata da Serena Rossi, prosegue il suo cammino tra avventure personali e professionali nella suggestiva cornice di Napoli, una città che arricchisce le trame ispirate alle opere di Maurizio De Giovanni.

La trama e i personaggi

La terza stagione offre uno sguardo profondo sulle dinamiche della vita di Mina, che vive momenti di grande intensità con il compagno, il ginecologo Domenico (interpretato da Giuseppe Zeno), e con l’ex marito Claudio (Giorgio Pasotti). I personaggi di supporto includono la zia Rosa (interpretata da Marisa Laurito) e la giovane Viola (Ludovica Nasti), a cui Mina si propone di fornire supporto. Le fidate amiche Titti e Irene, interpretate rispettivamente da Valentina D’Agostino e Christiane Filangieri, rivestono un ruolo fondamentale nel racconto.

Record di ascolti

La terza stagione ha ottenuto un clamoroso successo di pubblico, con una media di ascolti che ha superato i 4.600.000 spettatori per il primo episodio. Anche le puntate seguenti hanno mantenuto una forte audience, attestandosi tra i 4 milioni di spettatori.

Anticipazioni sull’ultima puntata

Nel finale, composto dagli episodi “La scemità degli uomini” e “La profezia del ciuccio”, i personaggi si trovano a dover prendere decisioni significative. Fiore, una nuova assistente sociale, si troverà ad affrontare una scelta di grande importanza, mentre Mina e Domenico si preparano per il loro matrimonio “vero”. La tensione in casa Settembre cresce quando la zia Rosa si imbatte in problemi riguardo alla location delle nozze, costringendo tutti a una frenetica ricerca. In aggiunta, Viola dovrà confrontarsi con il suo passato e le sue relazioni, portando alla luce momenti di celebrazione ricchi di sorprese e rivelazioni.

Le puntate della serie “Mina Settembre” sono disponibili per la visione su RaiPlay.

Scritto da Giancarlo Umberti